Da SWOT a URCA: come trasformare l’analisi in strategia operativa

Da SWOT a URCA: come trasformare l’analisi in strategia operativa

Il modello URCA (Use, Reduce, Catch, Avoid) trasforma l’analisi statica della SWOT in azione, offrendo maggiore dinamicità in ottica strategica e tattica.

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Da SWOT a URCA: due modelli di marketing connessi

Prima di spiegare come funziona l’analisi URCA, è necessario fare un passo indietro: l’azienda si deve conoscere a fondo! Questo è un must della nostra materia.

È qui che entra in gioco il marketing analitico: una fase preliminare, ma decisiva, in cui si raccolgono dati e si osservano i meccanismi esterni ed interni che influenzano l’attività d’impresa. Qual è lo scopo? Creare una fotografia realistica del punto di partenza, del vantaggio competitivo e del contesto in cui siamo inseriti.

Solo a partire da questo è possibile costruire una visione strategica. Il primo strumento utile è la SWOT, che riassume l’analisi esterna (nel III-IV quadrante) e quella interna (nel I-II quadrante); questa matrice comprende: i punti di forza (strenghts) e di debolezza (weaknesses) dell’impresa, incrociandoli con le opportunità (opportunities) e le minacce (threats) che derivano dall’ambiente esterno. La SWOT, purtroppo, ha un punto debole, ovvero offre una fotografia della situazione, ma non indica come valorizzare un prodotto o un servizio, né suggerisce in che modo trasformare l’analisi in scelte concrete. È in questa direzione che si inserisce il modello URCA, pensato per rendere la pianificazione strategica più dinamica, operativa e orientata all’azione; si configura come un’evoluzione naturale della SWOT, non la sostituisce, ma la arricchisce e ne potenzia l’efficacia. Infatti, il legame tra i due modelli è evidente anche nella struttura, poiché a ciascuna lettera della SWOT corrisponde una dell’URCA.

Cos’è il modello URCA?

L’analisi URCA è pensata e costruita in ottica strategica: parte da un approccio analitico, ma porta già con sé un’intenzione orientata all’azione. Non si limita a raccogliere dati, ma li traduce in una pianificazione concreta, basata sui seguenti criteri: usare (use), ridurre (reduce), cogliere (catch) ed evitare (avoid).

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“Use”: valorizzare le risorse esistenti

Il primo pilastro dell’analisi URCA è “use“, che mira a massimizzare il valore delle risorse già disponibili. Nel contesto di marketing strategico, significa identificare ciò che sta funzionando e sfruttarlo al massimo delle sue potenzialità; nella pratica, si traduce con una serie di azioni, come per mero esempio:

  • potenziare social network già attivi, migliorando l’engagement con rubriche regolari, storie interattive e collaborazioni; quindi se l’analisi SWOT ha identificato che tra i punti di forza la tua organizzazione ha una buona presenza sui social… adesso devi analizzare come potenziare questo vantaggio!  Se i contenuti hanno avuto successo in una nicchia di mercato specifica, si possono riadattare e rielaborare per coinvolgere nuovi target. Ricorda, però, di non esagerare con l’ampliamento del target perché fare marketing per chiunque equivale a non farlo per nessuno: tieni sempre a mente i bisogni della tua buyer personas di riferimento;
  • hai già un buon database di contatti di prospect? (o anche di “dormant”)? Valorizzalo! Ottimizzare gli strumenti esistenti, come la mailing list per campagne informative e promozionali mirate, incentivando la community con call to action e contenuti esclusivi. In questo modo, migliorerà anche l’engagement e il traffico sul sito web principale;
  • un ampio portfolio di progetti e attività realizzate negli anni precedenti? Beh, utilizzare lo storico di attività o progetti pregressi per presentarsi a bandi e/o a concorsi come realtà già consolidate con impatto misurabile e continuità progettuale è sicuramente un ottimo punto per enfatizzare questo strenght!

Questa fase, dunque, non riguarda solamente l’introduzione di novità, ma anche il perfezionamento di ciò che già esiste, ottimizzando gli strumenti e le risorse aziendali per ottenere il massimo impatto. Quindi, abbiamo dei punti di forza? Valorizziamoli il più possibile!

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“Reduce”: ridurre e depotenziare quelli che sono i nostri punti di debolezze – eliminare le inefficienze o colmare i divari rispetto ad altri player

Il principio di “reduce” è focalizzato sul secondo quadrante, abbiamo constatato che abbiamo delle assenze all’interno dei nostri asset? Ecco, colmiamoli! Un esempio, se abbiamo verificato che la nostra organizzazione è troppo complessa, una utile strategia potrebbe essere la semplificazione dei processi aziendali, diminuendo le inefficienze che possono intaccare la performance complessiva ed è necessario per limitare gli effetti dei punti di debolezza (weaknesses), in un’ottica di salvaguardia dell’azienda o del progetto. Ogni risorsa dev’essere utilizzata nel miglior modo possibile e qualsiasi azione che non aggiunge valore andrà limitata o, in certi casi, eliminata; ecco alcune azioni pratiche:

  • semplificare l’organizzazione del lavoro, creando delle linee guida con un piano editoriale o una cartella condivisa ben strutturata per tutti i materiali di progetto, così da agevolare la cooperazione tra collaboratori;
  • ottimizzare l’offerta progettuale, evitando di proporre troppi format diversi o iniziative non in linea con i bisogni reali del territorio o della community. Meglio concentrarsi su un numero più contenuto di attività, ma strutturate con continuità, sostenibilità e potenziale di crescita;
  • ridurre le inefficienze organizzative, ad esempio nel caso in cui il team sia sottostaffato. In questa situazione, una soluzione potrebbe essere quella di integrare nuove risorse attraverso percorsi di stage curriculari ed extracurricolari, che permettano di formare nuove risorse a basso costo, senza compromettere la qualità del lavoro.

In sostanza, “reduce” mira a colmare le assenze nella nostra formula imprenditoriale o comunque a ridurre i gap verso gli altri competitor e/o aiuta le aziende a snellire la loro operatività, concentrandosi sulle aree di maggiore impatto e abbandonando tutto ciò che non è strettamente e realmente necessario.

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“Catch”: cogliere le opportunità che il mercato ci presenta

Catch” è il cuore di quest’analisi; serve per identificare e prendere al volo le opportunità emergenti che ci si presentano sul mercato, anticipando i cambiamenti e rispondendo proattivamente alle nuove tendenze. Ecco degli esempi pratici di come poterlo sfruttare al meglio:

  • una nuova normativa dell’export potrebbe ridurre le nostre quote di mercato? Adattarsi ai cambiamenti nei dazi sull’importazione, trasformando eventuali riduzioni come un’opportunità strategica: abbassare il costo delle merci importate può permettere all’azienda non solo di migliorare i margini di profitto grazie a costi più bassi, ma anche di ampliare la propria offerta verso nuovi mercati internazionali, diversificando così le fonti di approvvigionamento e di vendita;
  • Nuove tecnologie sono in arrivo? Sperimentare e monitorare l’evoluzione dei nuovi strumenti digitali, come la realtà aumentata, la cui crescente adozione in tutti i campi rappresenta una potenziale leva attrattiva. Integrare questa tecnologia negli eventi o nelle mostre, ad esempio, può contribuire a coinvolgere un pubblico più giovane e tecnologicamente avanzato, rinnovando il linguaggio espositivo e migliorando l’esperienza di fruizione;
  • Sappiamo che ci sono nuovi bandi in arrivo? Sfruttare le opportunità di finanziamento pubblico o privato, mantenendo un monitoraggio costante su programmi di sostegno economico. È fondamentale preparare proposte mirate, adattando iniziative già testate o progettandone di nuove, così da attrarre risorse aggiuntive utili sia per potenziare le attività in corso, sia per lanciare nuove iniziative, ampliando le possibilità di crescita e sviluppo dell’organizzazione.

Questo principio, dunque, richiede alle aziende di monitorare quello che avviene (o potrebbe avvenire) all’esterno e stare continuamente al passo coi tempi, in modo che possano rispondere immediatamente ai cambiamenti di una realtà in continuo aggiornamento.

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“Avoid”: prevenire rischi e minacce

“Avoid” si concentra sulla protezione dell’azienda da potenziali rischi e minacce che sono stati mappati nella precedente SWOT; quindi non ci limitiamo solo a identificare i pericoli, ma anche di prevedere e prendere misure preventive per evitarli qualora si manifestassero. Si tratta quindi di “giocare d’anticipo”. Di seguito, sono presenti alcune applicazioni pratiche:

  • differenziarsi strategicamente in caso di apertura di un competitor nelle vicinanze, proponendo offerte esclusive, eventi dedicati o collaborazioni mirate, così da attrarre il pubblico di riferimento e rafforzare la propria brand identity. Integrare programmi di fidelizzazione o esperienze personalizzate può aiutare a mantenere il legame con la clientela abituale e a valorizzare la propria proposta rispetto alla concorrenza;
  • avvertiamo gusti mutevoli da parte della domanda? Aggiornare l’offerta in modo continuo per rispondere ai cambiamenti nei gusti e nelle preferenze del pubblico, monitorando costantemente le tendenze di mercato. Adattare prodotti e servizi alle nuove esigenze consente di mantenere la rilevanza dell’organizzazione e prevenire cali di interesse;
  • contrastare l’obsolescenza tecnologica mantenendo un’attenzione costante all’innovazione, consultando blog con trend tech e osservando le tendenze più attuali. Rinnovare strumenti, prodotti o servizi prima che diventino superati permette di restare competitivi in un contesto digitale in rapida evoluzione.

Prevenire non vuol dire frenare l’azione, ma guidarla con lucidità, cercando di evitare o prevenire gli ostacoli prevedibili.

Il modello URCA, in conclusione, offre un approccio concreto per ottimizzare e massimizzare le strategie aziendali; utilizzando questo modello, le imprese possono orientare la loro analisi in un’ottica non solo descrittiva (come con l’analisi SWOT), ma proattiva e operativa, trasformando la riflessione in azione.

Se l’articolo ti ha incuriosito, ti consigliamo anche di leggere la pianificazione strategica, per approfondire maggiormente il tema!

Ti era già capitato di imbatterti nell’analisi URCA? Abbiamo dimenticato qualcosa o hai qualche suggerimento? Vuoi raccontarci qualche aneddoto o darci altri esempi? Facci sapere nei commenti!

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